Internet ci rende stupidi?
"I figli sono più intelligenti dei genitori (grazie a Internet)"
Da WIRED.it
"Internet ci rende stupidi?"
"Essere totalmente risucchiati in questo mondo pieno di stimolazioni, con informazioni che ci bombardano da tutte le parti, non ci deruba del tempo necessario per fermarci a pensare e per sviluppare le capacità di attenzione?"
Molti adulti nel limbo del "tecnologie si / tecnologie no" si pongono queste domande, si ritrovano di fronte a ragazzini costantemente sottoposti a fenomeni di iperstimolazione; l'attenzione dei giovani non è mai stata messa a dura prova come oggi: in media ognuno di loro riesce a concentrarsi su un compito per non più di sei minuti.
Tutto ciò rende genitori e insegnanti ancora molto dubbiosi sui reali effetti dell'uso quotidiano delle tecnologie, ormai non soltanto nel tempo libero, ma anche nella didattica a scuola e nei compiti a casa.
Foto: Getty Images da WIRED |
I ragazzi familiarizzano prima con i media digitali: un terzo dei bambini inglesi tra i tre e i quattro anni va regolarmente online.
Ma che effetti ha l'iperstimolazione sui cervelli dei ragazzi?
Foto: Getty Images da WIRED |
L'articolo di Tom Cheshire, associate editor di Wired UK, del 18/12/2013 cerca di chiarire alcuni di questi dubbi, mettendo a confronto diversi studi e alcune teorie contrastanti.
«Dobbiamo smettere di fare dell’allarmismo sulla tecnologia, non solo perché è sbagliato, ma perché è nocivo».
«Stiamo colpevolizzando i giovani rispetto a una parte della loro vita che invece è assolutamente normale».
«A livello istituzionale c’è una certa inerzia. Ma a livello di singole classi stanno sbocciando mille fiori.»
Mettiamo le tecnologie digitali nel cuore dell’istruzione, in modi che siano adeguati all’uso che i ragazzini fanno dei media digitali, così i giovanissimi capiranno come sfruttarli al meglio. E per sostenere questa operazione occorrono studi seri. L’iperstimolazione sta modificando lo sviluppo dei ragazzini: dobbiamo scoprire come, e in che modo sfruttare questo fatto per dare loro una carica ulteriore. Con i loro cervelli plastici e adattativi e la loro crescita avvenuta in piena immersione digitale, i bambini di questa generazione potrebbero essere i più brillanti, i più creativi, i più connessi della storia dell’umanità. Aiutiamoli.
Questa la conclusione e l'appello finale di Cheshire che riprende tutti i dubbi sulle attuali generazioni, sul loro modo di gestire i nuovi strumenti digitali e di sviluppare capacità di pensiero critico.
La lettura seppure un po' lunga, è molto interessante.
La lettura seppure un po' lunga, è molto interessante.
Fra qlc giorno avrò la LIM in classe e verrò a trovarti più spesso...;)
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Bene :-)
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